Erik prese un coltello e iniziò ad incidere la corteccia.
“Mi spiegherai che stai facendo prima o poi? Ricomincio a saltare eh!”
“Basta che non saltelli qui intorno che non voglio rischiare incidenti con questo coltello…”
Anne gli fece una pernacchia.
“Siamo in Nuova Zelanda, godiamoci questo bel sole tesoro! Dai, vieni qui!”
“Ho scritto alcune parole sull’albero…”
“Delle parole?”
“Si, per nostro figlio” -disse Erik accarezzando la pancia della mamma.
Anne sorrise, incuriosita.
“Quando sarà grande, e inizierà a viaggiare, gli daremo delle coordinate nel mondo, luoghi che se avrà la possibilità di visitare gli daranno qualcosa… qualcosa di noi, qualcosa dei nostri viaggi.”
“E’ un’idea stupenda Erik. Gli diremo di venire anche qui?”
“Esatto.. e nei prossimi viaggi che faremo, scriverò altre parole, sulle cortecce degli alberi di tutti i posti che visiteremo”
Anne accarezzò il volto del suo uomo, mentre osservava l’oceano di fronte a loro, al calar della sera.
Poi disse:”E cosa ci scrivi?”
24 Anni dopo. Greenwich Park – Londra.
“Ormai sei giunto alla fine. Vai verso la linea del meridiano, intorno alle ore 18, mettitici sopra ed esisterai in due emisferi contemporaneamente. Posizionati con il sole di fronte a te. Poi cerca sull’albero che vedrai davanti a te.
‘Boh… ma ce ne saranno un centinaio…’ -pensò Seraph, dopo aver camminato per ore tra le vie di Londra.
“Sep… che stiamo facendo qui?” -Bob chiese all’amico, visibilmente affaticato.
“Devo cercare una cosa Bob” -Seraph diede una pacca sulla spalla all’amico, grande compagno di viaggi.
“Ma è un’ora che camminiamo con quel foglio in mano!! Mi vuoi spiegare che c’è scritto? Non mi dirai che cerchi ancora quelle parole!?”
“Si… ma queste sono le ultime…” -Seraph accellerò il passo.
“Cosa??? Le ultime?? E quando avrai la frase completa che succederà, troverai la formula magica per evocare un drago? Magari…” -Bob era appassionato di fantasy.
“Già.. magari… ah! Eccola! Ecco la linea del meridiano!”
Bob rallentò e si sedette su un muretto, in attesa di vedere cos’avrebbe fatto l’amico.
Seraph corse verso il cartello che indicava la linea, e la cercò per terra. Cercò il sole in cielo e guardò verso la sua direzione, mettendosi con i piedi a cavallo della linea.
Senza esitazioni riuscì ad individuare immediatamente l’albero. Ce n’era uno solo esattamente davanti a lui. Corse verso l’albero e cercò.
In basso, vicino alle radici, niente, guardò meglio. Non v’era nulla.
‘Chissà.. dopo più di 20 anni’..
Poi ad un tratto, alzando lo sguardo, vide delle incisioni.
“Sep! Seraph!!!” -Bob corse verso di lui -”L’hai trovata? Che dice la frase? Sep…? Ma.. piangi?”
Sorridendo, con una lacrima a delineare i contorni della sua guancia, Seraph disse: “Leggi”
Bob prese il foglio, e aggiunse le ultime due parole alla scritta.
© 2024 Riccardo Massa